I fenomeni franosi o quelli alluvionali e il loro verificarsi in caso di eventi naturali come quelli sismici o idrogeologici possono essere conseguenza di interventi scorretti, non attentamente pianificati, o di speculazione sul territorio. Conoscere i suoli e gli elementi precursori delle frane e della loro riattivazione può rendere il fenomeno “frana” riconoscibile, prevedibile e dunque gestibile. Lo stesso vale per i cambiamenti climatici, l’impermeabilizzazione dei suoli, le modellazioni dei versanti o lo spostamento dei corsi d’acqua, che possono essere alla base di fenomeni quali esondazioni, allagamenti e colate di fango. Previsione e prevenzione spaziano dai bollettini meteorologici ai periodi di ritorno delle piene: la memoria storica e/o gli elementi sul territorio ci aiutano a comprendere gli interventi del passato che, per il fatto di essere ancora presenti, sono ammonitori di interventi sbagliati che, troppo spesso, vengono spazzati via da eventi non eccezionalmente violenti. In Sicilia Modica, Siracusa, Giampilieri, Scaletta e, per andare oltreoceano, New Orleans ci insegnano con quale forza un corso d’acqua può riprendere la sua sede naturale a causa di un evento meteo. La conoscenza del territorio e degli elementi che possono innescare tali fenomeni costituisce pertanto la base di quella cultura e conoscenza del rischio che deve essere il nostro nuovo modo di prevedere e prevenire grazie all’adozione di norme comportamentali adeguate.
L’autore | Giuseppe Marziano, architetto di formazione, lavora da 20 anni prima con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, ora con il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana. Si è specializzato in Ingegneria della protezione civile. Ha scritto e pubblicato testi sulla pianificazione dei rischi, agibilità e danno in emergenza (AeDES) e sulla formazione di Protezione civile.
Frane e alluvioni
Giuseppe Marziano
Dario Flaccovio, 2016
pp. 160