«Architetture sottili. Piccoli interventi di agopuntura urbana» è la serie di progetti di dimensioni ridotte, di riqualificazione degli spazi pubblici della città. Un risultato reso possibile dal lavoro dell’ordine degli architetti della città piemontese.
I diciotto interventi (poi scesi a 16) mettono a frutto l’impegno di una quarantina di giovani architetti under 40 di Asti e provincia. Piccoli interventi, su spazi rigorosamente pubblici, dal costo contenuto, ma in grado di rigenerare e migliorare diversi ambiti cittadini, che hanno urgente bisogno di qualità, funzionalità e bellezza. Viene di seguito presentato il secondo.
L’area, collocata nella periferia nord-est della città, è priva di una propria identità, isolata dal resto della città, attraversata da flussi consistenti di traffico, a basso contenuto di relazioni sociali.
Sono assenti aree verdi significative e mancano luoghi di aggregazione. Il progetto si è concentrato sulla riorganizzazione delle funzioni e dei percorsi, ponendo attenzione alle esigenze dei residenti. La nuova area deve sopperire alle mancanze del quartiere, così da renderlo ricco di relazioni.
Il progetto ha ridefinito gli assi principali, come percorsi di penetrazione verso il cuore del progetto. L’area centrale ha assunto la configurazione di spazio multifunzionale a cavallo dei tre macrosettori esterni.
Il primo (fronte strada) è trattato come estensione dei principali servizi legati alla mobilità: deposito di bici o bike sharing, tecnologie wi-fi, parcheggi e nuova fermata bus.
Il secondo (più distante dal traffico veicolare) è destinato allo svago e al gioco, con nuove pavimentazioni e dotato di spazi di seduta e alberature.
Il terzo (nord) diventa un’area verde per il passeggio e il relax, con alberi di alto fusto che mascherano in parte la presenza dell’autostrada.
All’interno di tale spazio, è stato creato un potenziale collegamento verso l’esterno, un’eventuale seconda «architettura sottile» che doterebbe il sotto-autostrada di percorsi e di un nuovo campo di calcetto coperto, trasformando la criticità di tale infrastruttura in luogo di raccolta e in nuovo asse di permeabilità urbana.
Progettisti Federico Degioanni, Nicolò Pivato
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