La cantierizzazione della nuova sede Faresin Building spa a Breganze (Vi) prende avvio dalla volontà di riunire in un unico punto tutte le competenze tecniche e realizzative del gruppo che produce e commercializza i propri prodotti nel mercato nazionale e internazionale in vari settori dell’edilizia con sistemi, molti dei quali brevettati, in grado di rispondere alle esigenze più evolute in tema di sicurezza e qualità dell’approntamento di strutture in calcestruzzo armato. Il fabbricato è composto da una parte produttiva (laboratorio) e una parte dedicata alla progettazione e amministrazione (uffici/servizi).
Il fabbricato è fondato a quota -8,50 m circa rispetto alla strada e per la parte produttiva è costituito da un piano al di sotto del livello strada e da un piano fuori terra, mentre per la parte direzionale da due livelli sotto strada e due livelli fuori terra. I muri perimetrali, di altezza complessiva 8,50 m, sono di spessore 60 cm e sono dotati di mensole a sbalzo per l’appoggio dei solai alle varie quote. In particolare le mensole della parte produttiva reggono il solaio del piano terra sul quale è previsto un sovraccarico accidentale di 2250 daN/mq, paragonabile al transito di autoarticolati.
La scelta di appoggiare i solai su mensole ha favorito il montaggio dei tegoli prefabbricati ottenendo una maggiore libertà sulle tolleranze di montaggio. Ciò ha consentito anche il parziale reinterro dello scavo prima che vi fosse il vincolo offerto dal solaio in sommità, necessario per logistica di cantiere. Tutto il corpo al di sotto del livello strada è stato considerato, dal punto di vista sismico, come fuori terra essendo completamente libero dal terreno per quasi tutto un lato, con la rampa carraia lungo un altro lato e affacciato su scarpate lungo alcuni lati della zona direzionale. I pilastri perimetrali prefabbricati (sia della parte produttiva che della parte direzionale) si elevano a partire dal piano terra e sono stati posati su bicchieri gettati in opera ricavati all’interno delle murature perimetrali. In corrispondenza dei bicchieri, sui muri interrati vi sono delle lesene per la ripartizione dei carichi dei pilastri lungo i muri stessi ed per il loro trasferimento alle fondazioni.
I bicchieri per l’alloggiamento dei pilastri funzionano da collegamenti, in quanto sottostanti alla gerarchia delle resistenze e gravati da particolari sollecitazioni derivanti dall’analisi sismica. Le pareti perimetrali hanno generalmente uno spessore di 40 cm nella zona lungo i muri perimetrali al piano terra e spessore 40-50 cm nella zona centrale interrata. Per le armature verticali e di cerchiatura sono state utilizzate barre da c.a. Ø20 mm, talvolta doppie per assorbire gli sforzi dovuti al taglio sulle loro pareti. Le necessità logistiche tramutate nel progetto hanno richiesto la predisposizione di ogni campata del piano interrato per l’installazione di carriponte, così da eseguire in ogni momento cambi di layout produttivo senza vincoli derivanti da zone non servite dai macchinari.
Per coniugare tale esigenza e velocizzare l’esecuzione in opera non sono state previste mensole per l’appoggio delle vie di corsa, ma piastre in acciaio adeguatamente ancorate alle strutture in ca (nella maggior parte dei casi proprio sulle facce dei pozzetti di alloggiamento dei pilastri del piano terra), così da ottenere una superficie finita a filo cassero e facilitare il getto in opera, consentendo in seguito l’installazione delle vie di corsa dei carriponte tramite mensole metalliche saldate in opera. Una particolarità delle strutture progettate è la trave gettata in opera in corrispondenza dell’accesso della rampa carraia al piano interrato di luce 13‑m circa, con sezione di 0,60×3,30 ‑m, resasi necessaria per rispondere al carico del solaio di copertura dell’interrato e non rientrante all’interno degli standard prefabbricabili. (C. Colombo)