Un impegno complessivo di 5 miliardi di euro, di cui 3,6 per investimenti sulla rete e 1,3 nelle attività non tradizionali, margine Ebitda di oltre il 79% a fine periodo e conferma della politica sui dividendi. È quanto emerge, in estrema sintesi, dal piano strategico 2014-2018 presentato da Terna >>. Dei 3,6 miliardi di euro dedicati alle attività regolate l’81% sarà destinato allo sviluppo della rete.
Oltre alle attività tradizionali e alle acquisizioni, Terna punta anche sulle attività definite non tradizionali, che hanno già generato nel periodo 2005-2013 1,3 miliardi di euro soprattutto grazie alla valorizzazione degli asset in Brasile, primo Paese estero dove il gruppo è andato a fare affari, e alle realizzazione e vendita di impianti per il fotovoltaico. Anche il questo caso non si accontenta e rilancia: nel Piano aumenta l’impegno fino a 1,3 miliardi di euro per le attività non tradizionali, con un occhio particolare all’America Latina e soprattutto al Cile.
Il Cile potrebbe rappresentare dunque il mercato del prossimo futuro, ma c’è anche l’ipotesi Grecia, Paese con caratteristiche da «riemergente», che secondo il Fmi nel 2015 crescerà di quasi il 3%, aprendo spiragli a investimenti stranieri. Come per esempio quello per partecipare all’asta per la privatizzazione delle rete di trasmissione, che dovrebbe partire entro l’estate di quest’anno.