L’evoluzione dal prototipo digitale al «gemello virtuale», oltre che per la medicina, le scienze, l’istruzione, ha già trovato concreta realizzazione nell’ambito di grandi progetti urbanistici: alcune sperimentazioni sono state condotte a Lille e Rennes in Francia (in particolare in relazione alla mobilità e all’accessibilità di determinati luoghi da vari punti della città), ma prova importante, recentemente annunciata, sarà quella con la città-stato di Singapore, che utilizzerà un modello digitale ricavato dalla piattaforma 3Dexperiencity di Dassault Systèmes allo scopo di studiare sviluppo e futura gestione della metropoli. L’accordo firmato con Singapore dall’azienda francese è uno dei primi progetti di tale genere, data soprattutto la particolare condizione sociale della megalopoli asiatica caratterizzata da una concentrazione umana mai sperimentata prima.
Ingeborg Rocker, vice presidente 3Dexperiencity Dassault Systèmes e docente ad Harvard, ha recentemente presentato 3Dexperiencity, la soluzione elaborata per modellare e simulare il territorio e gli spazi urbani del prossimo futuro. Come evidenziato da Ingeborg Rocker, la nostra geosfera sta attraversando un momento in cui, da qui ai prossimi decenni, verrà interessata da una serie di problematiche quali cambiamenti climatici, crescita della popolazione mondiale, espansione inarrestabile degli spazi urbani (che tra qualche decennio accoglieranno il 70% della popolazione mondiale), rilocalizzazione delle risorse, gestione dei rifiuti e riciclo che finiranno inevitabilmente a influenzare radicalmente la nostra vita; alla luce di questa realtà si capisce l’utilità di strumenti che consentano di sondare e analizzare le diverse situazioni socio-territoriali correlate allo sviluppo.
Scopo della piattaforma di Dassault Systèmes dunque, con la formula 3Dexperiencity, sarà precisamente quello di classificare ed esaminare in modo olistico tutti quegli elementi e processi alla base della vita urbana al fine di riuscire a saggiare e pianificare un possibile sviluppo sostenibile attraverso l’armonizzazione di prodotti, natura e qualità della vita umana, secondo questa visione di progresso che la multinazionale francese già da qualche anno sperimenta.
La piattaforma Virtual Singapore. Dassault Systèmes e la National Research Foundation (Nrf), organo del Gabinetto del Primo Ministro di Singapore, interagiranno per lo sviluppo di Virtual Singapore, piattaforma collaborativa capace di fornire una grande quantità d’informazioni attraverso tecniche di visualizzazione avanzate e l’ausilio di un modello tridimensionale (3D) realistico dotato di semantica e attributi dello spazio virtuale, basato appunto sulla piattaforma 3Dexperiencity. La tecnologia di modellazione avanzata permetterà di integrare, nella ricostruzione virtuale di Singapore, immagini e dati statistici, geospaziali, topologici, climatici e storici in tempo reale raccolti da diversi enti pubblici consentendo agli utenti di Virtual Singapore di generare modelli visuali complessi e simulazioni realistiche su larga scala.
In questo modo cittadini, aziende, amministrazione e comunità scientifica di Singapore, connessi tra loro in un ambiente sicuro e controllato, potranno confrontarsi nell’attività di ricerca e sviluppo di strumenti e servizi idonei alla pianificazione urbana. Sarà inoltre possibile analizzare virtualmente l’impatto degli interventi di urbanizzazione sulla città e valutare relative soluzioni in ambito logistico, ambientale, climatico e infrastrutturale, anche al fine di creare nuove opportunità di lavoro o avviare nuove attività industriali. «Singapore è la città più avanzata al mondo nell’utilizzo della tecnologia per pianificare e gestire l’evoluzione urbana nei prossimi decenni e la visione lungimirante dei suoi governanti, che puntano a creare una vera e propria Smart Nation, è in linea con la nostra missione di armonizzare prodotti, natura e vita attraverso gli universi in 3D» afferma Bernard Charlès, presidente e ceo di Dassault Systèmes. «Le città sono prodotti fra i più complessi creati dall’umanità. Prevedendo in modo più efficiente e preciso le esperienze future delle città, mediante strumenti e applicativi avanzati, potremo pianificare meglio l’utilizzo delle risorse nazionali e la fornitura di servizi, contribuendo a una qualità della vita più sostenibile.» Si prevede che la piattaforma Virtual Singapore, lanciata nel dicembre 2014, venga completata entro il 2018.
Dai prodotti in serie alle realizzazioni uniche | Dassault Systèmes. Lo scorso 26 giugno si è tenuto il 3Dexperience Forum 2015 di Dassault Systèmes, multinazionale francese specializzata a livello mondiale in software di programmazione 3D, nelle soluzioni di 3D Digital Mockup e gestione del ciclo di vita del prodotto. L’evento, incentrato sui concetti di sostenibilità e innovazione, ha trovato cornice presso il Conference Center di Expo 2015: il forum è stato aperto da Guido Porro, amministratore delegato dell’area Euromed, al quale si sono poi susseguiti interventi tenuti da George Gabor Burt, esperto internazionale nel campo d’innovazione, creatività e strategie per uomini e istituzioni a Carlo Ratti, ingegnere e architetto a capo del Senseable City Lab presso il Mit di Boston. Gli interventi si sono alternati a presentazioni riguardanti ideazioni pensate e rivolte all’attività quotidiana del mondo dell’industria e dei servizi.
Partendo dal presupposto che fulcro dell’innovazione sia l’esperienza dell’utente, la prospettiva offerta da Dassault Systèmes è quella di coniugare un vero «experience thinking» attraverso la sua ultima creazione, la piattaforma 3Dexperience, innovazione che ha spiegato Monica Meneghini, vice presidente esecutivo di Dassault Systèmes: «la tecnologia in sé non può essere il motore dell’innovazione, in quanto ogni tecnologia può essere riprodotta dai concorrenti in tempi molto brevi. Anche l’innovazione basata sui prodotti e sul «design thinking» comunemente inteso costituisce un vantaggio limitato, poiché il tasso di rinnovamento dovrebbe essere velocissimo per poter essere il pilastro della competitività di un’azienda. È quindi necessario estendere il design thinking e trasformarlo in «Holistic Experience design», che consentirà all’azienda di conseguire un’offerta unica e distintiva, difficile da imitare. La piattaforma 3Dexperience di Dassault Systèmes è stata creata proprio per abilitare questo tipo di pensiero di business olistico, per dotare le aziende di una piattaforma in grado di modellare, progettare e simulare, l’intero processo di go-to-market».
Bernard Charlès, presidente e ceo di Dassault Systèmes, ha specificato quanto questo ultimo risultato sia l’esito di una ridefinizione di strategia attuata dalla sua azienda circa tre anni fa: «la rinnovata mission della multinazionale è quella di offrirsi a supporto della comunità di business perseguendo lo sviluppo sostenibile re-immaginando il futuro». Un ambizioso viaggio nell’innovazione dunque che comporterà un investimento di quasi due miliardi di euro in acquisizioni mirate a conseguire questo obiettivo, del quale l’azienda francese non vedrà il traguardo almeno fino al 2020.
Progetti concreti dunque volti a portare grandi trasformazioni nell’urbanizzazione, dalle infrastrutture ai trasporti, dall’alimentazione alla medicina, passando anche per l’istruzione e la formazione, in cui l’universo virtuale si porrà al servizio di quello fisico. In sostanza quello che è conosciuto come prototipo digitale diventerà ora indispensabile protagonista di una rivoluzione del panorama industriale attraverso il «digital twin», come definito da Charlès, un autentico «gemello virtuale del prodotto reale», che consentirà un’infinita simulazione di prodotti, processi ed esperienze permettendo di conseguire il miglior risultato con il minimo impatto economico e ambientale.
Dassault Systèmes sviluppa soluzioni per il Digital Manufacturing, ma ultimamente si è spinta oltre la digitalizzazione dei processi produttivi, con l’obbiettivo di passare dalla produzione di massa in serie alla personalizzazione dei prodotti di massa. In particolare il design in 3D cambierà radicalmente in funzione della fabbricazione additiva: sarà sufficiente definire i «vincoli» dell’insieme sulla parte in questione senza più ridisegnarla o progettarla e il software genererà automaticamente la soluzione migliore possibile; trovata la soluzione, la produzione additiva stamperà direttamente la parte stessa – prassi già felicemente in atto in ambito di progettazione aerospaziale.
Il primo effetto di questo nuovo progetto sarà consentire la collaborazione fra tecnici senza limiti geografici, permettendo non solo la realizzazione di prodotti in serie ma anche la specializzazione nello sviluppo di realizzazioni uniche, soprattutto se si pensa a grandi opere ingegneristiche e architettoniche.
Luca Cecchelli